Chiesiola dell’Angelo
Storia
La storia della cappella “Chiesiola dell’Angelo” affonda le sue radici in tempi lontani. Infatti se ne trova traccia nell’opera “Istoria de’ fenomeni del tremuoto avvenuto nelle Calabrie e nel Valdemone nell’anno 1783 ” della Reale Accademia delle Scienze e delle Belle Lettere di Napoli. Nel 1874, ad un anno dal terremoto del 5 febbraio del 1783 che devastò buona parte del territorio calabrese, la Reale Accademia di Napoli indisse una spedizione scientifica al fine di verificare e valutare i danni generati dal terremoto, ne risultò un’opera accurata e dettagliata nelle descrizioni, accompagnate da splendide incisioni. A causa del terremoto, a Francica, poco rimase in piedi. Ecco la descrizione delle condizioni in cui fu trovato il paese di “Francica, e suoi Villaggi …
- 166 (n.ro del paragrafo dell’opera). Tornammo a Mileto e passammo al vicino tenimento di Francica, patria onorata dell’illustre Barrio. Incontrammo perpetui squarci di terreno, lungo la strada, che da Mileto pel monte (1) conduce a Francica.
- 167. Questa terra (Francica) nel 1659 pel tremoto del dì 5 di Novembre divenne una congerie di sassi; ma, per quanto fosse mai stata enorme la ruina, che allora si produsse, non potette essere di quel rivolgimento compiuto, che quivi si stabilì col tremoto del dì 5 di Febbraio 1783.
- 168. Pungadi, S. Costantino e Mutari, villaggi di questa Baronia caddero in uno sfasciume indistinto e generale. Il terreno si aprì in solchi mostruosi: in altra parte sprofondò; e in molti luoghi le ruine di un lato furono con alterno sbalzo nell’opposto sbalzo gettate. In questa Baronia moltissime case erano di terraloto a piccioli pezzi quadrati ( i cosiddetti “bresti”) …
- 169. Vi è di là da Francica la Chiesa di S. Angelo. Questa è diruta; ma ne rimane anche esistente un lato con picciola porzione di un angolo della medesima. Il lato è verso occidente: l’angolo è verso levante: La fabbrica del lato esistente è spezzata inegualmente: verso l’angolo è alta: per l’altra via è tutta mancante. Su questi avanzi della diruta Chiesa poggia una vetrata cò i legni corrispondenti. La base di questa vetrata è tutta ancora appoggiata sul muro troncato: quel fianco della medesima, il quale corrisponde all’angolo è tuttavia attaccato al superstite materiale di questo; e per contrario il suo opposto fianco è per la sua intera altezza sprovveduto di ogni sostegno di fabbrica. Questa vetrata era, allorchè noi l’osservammo, intera: e i legni, e i piccioli ferri, che la custodivano, erano ancora essi fermi, e non lesi, ad onta dei tremoti, e di tanti venti. Se ne vegga la figura nel Rame segnato col num. XIII (cioè l’incisione)”.
L’Ingegnere Enzo Cupi nel suo libro “Oppidum Normanno”, fa riferimento alla “Istoria de’ fenomeni del tremuoto avvenuto nelle Calabrie e nel Valdemone nell’anno 1783” e scrive quanto segue: “Finita la visita a Francica, i componenti della Reale Accademia si diressero verso Pongadi ed alla “Silica”, località che noi chiamiamo anche “Chiesiola”, per il fatto che lì sorgeva una piccola chiesa, sotto il titolo di S. Angelo, lì, gli osservatori incontrarono le rovine di questa chiesa, precisamente nello spazio di terreno racchiuso dalle strade che vanno per S. Giovanni di Mileto una e l’altra che porta verso Mutari o Soriano, oggi di proprietà dei signori Gerace. Tale chiesa venne ricostruita allo stesso posto in tavole di legno, come gli anziani del paese ancora la ricordano, venne distrutta completamente circa 60-70 anni fa.
Costruzione ed arredamento
La chiesuola oggi è costruita nel luogo in cui si trovava quella di S. Angelo e precisamente: “nello spazio di terreno racchiuso dalle strade che vanno per S. Giovanni di Mileto una e l’altra quella che porta verso Mutari o Soriano”(1). I lavori della chiesuola sono iniziati il 24 giugno 2019 e sono stati completati nell’estate del 2021. Essa è costituita da una stanza con orientamento est-ovest. Nella parete est è stata realizzata una croce aperta a tutt’altezza, attraverso cui passa la prima luce del mattino. Nella parete ovest si trova la porta d’ingresso a doppio battente. A sud due finestre ad arco completano l’illuminazione della cappella. A nord, lato esterno, si trova un modesto campanile. La copertura a doppia falda è realizzata e contro soffittata in legno.
L’interno è stato arredato con manufatti ricavati da un tronco d’ulivo centenario:
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- Altare: il cui piano è costituito da due tavole assemblate con la resina in cui è stato immerso un rosario annodato. Esso è uno dei segni che la mistica di Paravati (VV), Natuzza Evolo, lascia ai suoi devoti per manifestare la Sua “presenza” e vicinanza. Le basi su cui poggia il piano dell’altare, sembrano tavole uniche, ma in realtà sono il risultato dell’assemblaggio di 40 pezzi per ognuna.
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- Inginocchiatoio.
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- Lampadario a soffitto a forma di croce latina.
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- Appliques.
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- Leggio.
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- Bacheca contenente n. 13 rosari annodati di vari colori e materiali.
Quadri e simbolismo
I quadri della SS. Annunziata e di Sant’Antonio Abate per un mistero non ancora svelato, sono stati vinti entrambi con il numero 80 in occasione delle feste del 25 marzo e del 28 agosto 2016.
Perché proprio il numero 80? Cosa si cela dietro questo numero? Qual’è il messaggio dell’Angelo?
Il numero 80 è un numero angelico, composto da due cifre 8 e 0 importanti nel mondo dello spiritualismo.
Il numero 8 rappresenta il potere della realizzazione e dell’abbondanza.
Il numero 0 rappresenta la connessione con il Divino, l’inizio e la fine, la spiritualità, le voci interiori e le voci dal cielo.
L’Angelo, in questo caso, ricorda di ascoltare l’istinto, di imparare a leggere i segni e di guardare le cose ad un livello più profondo. Il messaggio canalizzato è stato interpretato come la “volontà di costruire una cappella”, ma il significato intrinseco rimane ancora un mistero.
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- Quadro della Santissima Annunziata: vinto il 25 marzo 2016, in occasione della festa della Santissima Annunziata
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- Quadro di Sant’Antonio Abate: vinto il 28 agosto 2016, in occasione della festa agostana di Sant’Antonio Abate.
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- Quadro di San Bruno di Colonia: dono della Signora Franceschina Pupo e l’Arch. Antonella Pupo per l’onomastico della Signora Bruna Polimeni, proprietaria.
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- Foto incorniciata di Natuzza Evolo.
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- Lavoro all’uncinetto rappresentante Padre Pio.
Intitolazione
Intitolare una chiesuola, per un credente, non è affare di poco conto. Scegliere a chi tributare omaggio, significa escludere qualcun altro. Per non “scontentare “ la Santissima Annunziata, Sant’Antonio Abate e Natuzza Evolo, la scelta è stata fatta tenendo conto del nome dell’antica chiesa:
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- Chiesiola e non chiesuola, perché così veniva denominata dagli indigeni.
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- Dell’Angelo perché sicuramente un Angelo ha suggerito, dietro “sollecitazione della Santissima Annunziata, Sant’Antonio Abate e Natuzza Evolo” che la chiesuola si costruisse nello stesso luogo in cui era stata edificata prima del terremoto del 5 febbraio del 1783.
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- La cappella oggi si chiama “Chiesiola dell’Angelo”.
Progettista ecostruttori
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- Arch. Antonella Pupo: residente a Francica. Progettista della chiesuola.
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- Signor Tony Poletto, proprietario della segheria La Foresta, via S. Maria, 1, 89822 Serra San Bruno (VV) presso cui è stato portato e tagliato il tronco d’ulivo. Ideatore di alcuni particolari dell’arredo.
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- Signor e Maestro Raffaele Primerano: residente a Spadola, ha lavorato il legno d’ulivo per la realizzazione degli arredi interni alla cappella.
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- Impresa di Antonio Vescio Costruzioni e Ristrutturazioni Edili, C.da Crozzano Sup, 162/C, 88048 Lamezia Terme (CZ), ha edificato la cappella.
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- Signor Ignazio Stagno: residente a Francica, elettricista, ha eseguito l’impianto elettrico.
Proprietaria
La Signora Bruna Polimeni, nata a Roma il 03/03/1942 e residente a Francica, proprietaria del sito, fervente credente e promotrice della costruzione.