La cappella della Fattoria

La fede può costruire ogni cosa.

Vi voglio narrare la storia di un’evoluzione spirituale, che racconta cosa può costruire la forza della fede. Nel luglio del 1975, dopo la morte di mio padre, mamma Bruna andò a trovare Natuzza Evolo di Paravati, mistica e veggente molto nota in tutta Italia. E rimase folgorata dalle sue parole. E quando nel 1994 mamma si trasferì a Francica, vicina a Paravati, questo legame divenne ancora più forte. Un legame che Natuzza dimostrava con un segno evidente: la presenza di nodi nel rosario delle sue fedeli, gli stessi nodi che trovò mia madre. La fede divenne così una parte essenziale della sua vita, che le consentì di interpretare i segni che giungono dall’Oltre. Infatti nel 2015, dopo aver vinto, con il numero 80, due quadri raffiguranti La Madonna Annunziata e Sant’Antonio Abate alle rispettive feste patronali, decise di costruire una cappella. I paesani raccontavano di una chiesuola distrutta dal terremoto del 1783, situata all’ingresso della Fattoria Parco degli Ulivi: così è stata edificata nello stesso punto. L’architetto, e cara amica, Antonella
Pupo notò anche che la cappella si sarebbe trovata sulla stessa linea che unisce la chiesa di Francica alla Certosa di Serra san Bruno. Un altro segno da cogliere, per chi ha gli occhi rivolti dalla parte giusta. Oggi la cappella è una bellissima testimonianza di fede, con un altare ricavato da un tronco di ulivo secolare che conserva in sé la storia di questi luoghi. In una bacheca sono custoditi 13 degli oltre 30 rosari annodati, in ricordo di  “Mamma” Natuzza: è il termine con cui la chiamano tutti.